Dopo una gestazione elefantiaca, la giunta comunale ha finalmente approvato il nuovo Regolamento d’uso dei Parchi storici genovesi. I dubbi degli ambientalisti: «Troppe deroghe. Parchi visti solo come contenitori di eventi. E’ necessario intercettare un nuovo filone di turismo sostenibile». Allo studio provvedimenti specifici per i Parchi di Nervi
Genova è la città dei Parchi. Sono poche le città che possono vantare così tante oasi naturali in cui fermarsi a respirare tenendo i piedi immersi nel verde ma volgendo comunque gli occhi e il cuore al mare ancora vicino. In città possiamo godere di ben 20 polmoni urbani, tra parchi, ville e giardini storici. Eppure, fino ad oggi, non hanno mai avuto un regolamento d’uso unico che li comprendesse e tutelasse per quello che sono, un bene prezioso e quanto mai delicato.
Ma dopo una lunga attesa, il “Regolamento d’uso dei parchi storici del Comune di Genova” (clicca qui per leggere il teso completo del regolamento, in attesa di approvazione definitiva) è finalmente stato approvato in giunta l’11 febbraio scorso, su proposta dell’assessore comunale all’Ambiente, Italo Porcile. Prima di entrare effettivamente in vigore dovrà passare all’esame dei Municipi, delle Commissioni e del Consiglio comunale. In altre parole, ci vorranno all’incirca ancora due mesi prima che entri formalmente in vigore ma un giro di vite c’è stato e Genova finalmente può dire di avere una normativa ufficiale.
Il nuovo Regolamento d’uso dei Parchi storici
Il documento ha come primario interesse
la ridefinizione dei vincoli e delle modalità di utilizzo
dei 20 parchi e giardini storici al fine di tutelarli in quanto beni di
interesse storico, artistico e ambientale. Abbiamo parlato con
l’assessore Porcile per saperne di più sull’intenzione che si pone alla
base di questo nuovo provvedimento e sui
cambiamenti che potenzialmente intende favorire.
«Genova – ci spiega – non aveva mai avuto un regolamento
unificato, pur essendo una delle città con il maggior numero di parchi e
ville di pregio sia dal punto di vista architettonico che ambientale». Fino ad oggi le disposizioni a cui si faceva riferimento erano quelle del “Regolamento del Verde” e della Polizia Municipale. «Questo regolamento - aggiunge l’assessore – nasce in coerenza con queste norme e per un certo verso le supera e sostituisce». I principi di riferimento sono quelli della Carta dei giardini storici denominata “Carta di Firenze” che ha fissato le linee guida riconosciute a livello internazionale per la salvaguardia dei giardini storici. «Per alcune aree – ci anticipa l’assessore - sono previste integrazioni o regolamenti ulteriori
in virtù della loro specificità ambientale o strutturale e in funzione
delle loro esigenze di conservazione e fruizione. Ad esempio, i Parchi di Nervi avranno sicuramente norme dedicate in quanto si distinguono dagli altri parchi per estensione, punti d’accesso e caratteristiche naturali».
Oltre alle norme comportamentali che
diventano più stringenti e severe in un’ottica di maggior
tutela, l’assessore Porcile pone l’accento sull’importanza che avranno
queste aeree come teatro di eventi ludico culturali: «Il
regolamento cerca di trovare il giusto punto di equilibrio tra la
tutela del bene e del territorio e l’interesse a utilizzare questi spazi per eventi di più largo respiro sia dal punto di vista della divulgazione culturale che della fruibilità turistica».
Particolare attenzione viene posta nell’individuazione di un unico referente, il direttore responsabile del parco,
per quanto concerne alcuni aspetti di tipo gestionale o di tutela per
identificare puntualmente le attività soggette al rilascio di
autorizzazione da parte del Comune.
Ci è voluto tanto, forse troppo, per fare il punto su un tema così sentito e
Porcile non nega che la lunga attesa sia stata dovuta soprattutto alle
lungaggini amministrative (e il cambio di assessore comunale
all’Ambiente da Valeria Garotta a Italo Porcile non ha certo accelerato
le pratiche) e che questo regolamento sarebbe potuto arrivare prima ma «l’esigenza primaria – sostiene – era quella di averlo adesso in sinergia con gli interventi di riqualificazione dei parchi, sopratutto quelli di Nervi, dell’Acquasola, di Villa Brignole Sale-Duchessa di Galliera e Villa Durazzo Pallavicini».
Che cosa prevede il nuovo regolamento
Il documento approvato si struttura in
tre parti: la prima dedicata al regolamento vero e proprio, la seconda
elenca le 20 aree oggetto dei provvedimenti, la terza illustra la
tabella relativa alle sanzioni.
Il regolamento elenca tutta una serie di
disposizioni e limitazioni d’uso rivolte sia ai fruitori dei parchi che
agli addetti ai lavori, che di fatto mettono nero su bianco che cosa
possiamo e non possiamo fare all’interno delle aree verdi. Salvo deroghe
previste in caso di organizzazione di eventi o in caso di manutenzione
straordinaria, ad esempio, è interdetto l’accesso al di fuori
dell’orario consentito e ai veicoli non autorizzati; viene inoltre
ribadita in più punti la pedonalità che caratterizza queste aree.
Sono inoltre indicate norme di comportamento generale e regole d’uso
rivolte ai proprietari dei cani e all’utilizzo delle aree di gioco in
un’ottica di salvaguardia del manto erboso, per cui i cani devono necessariamente essere tenuti a guinzaglio e i bambini devono giocare nelle aree consentite e opportunamente segnalate.
Come già sottolineato da alcuni organi di stampa, curioso
l’articolo 16 che dispone il pagamento di un corrispettivo per riprese
fotografiche e televisive con finalità commerciali. Per ora restano salvi turisti e fotoamatori.
Infine, nel regolamento sono ampiamente
trattate le disposizioni relative alle attività consentite all’interno
dei parchi, dai concerti agli spettacoli teatrali, dalle fiere ai
laboratori didattici, dalle attività commerciali a quelle di
volontariato, che devono essere svolte in un’ottica di rispetto del
contesto naturale in cui si trovano. Questo, come vedremo, è
probabilmente l’aspetto più nebuloso che preoccupa maggiormente gli
ambientalisti: il rispetto sulla carta è previsto ma, in pratica, richiederà l’impiego di ingenti risorse.
I dubbi delle associazioni ambientaliste
Il testo elaborato è frutto di un lungo lavoro partecipato che ha visto coinvolta la Consulta del Verde,
un organo consultivo previsto dal vigente regolamento del Verde e che
ne monitora la corretta applicazione. Tra i Componenti della Consulta,
che si è costituita nel 2012 e di cui fanno parte anche Legambiente e
Italia Nostra, c’è l’associazione “Amici dei Parchi di Nervi” che da
tempo aspettava l’uscita di questo Regolamento.
Betti Taglioretti, vicepresidente dell’associazione, accoglie con qualche riserva il testo approvato. «Il primo Regolamento d’uso era già stato progettato nel 2008 sotto l’assessorato di Luca Dallorto – racconta – ma non era stato portavo avanti, probabilmente per ragioni politiche. Solo nel
2012 il discorso è stato ripreso con l’istituzione della Consulta del
Verde di cui facciamo parte. Fin dalla sua prima stesura, la nostra
proposta prevedeva l’istituzione di una figura
fondamentale, un curatore che sovrintendesse il Parco sia sotto
l’aspetto botanico che della promozione turistica. Questa figura non
viene nominata perché il cosiddetto “direttore del parco” risulta un soggetto non ben definito nelle sue mansioni».
Il tema su cui insiste di più la
vicepresidente è la necessità di avere dei Regolamenti d’uso specifici
per ogni Parco. Sebbene l’assessore abbia annunciato il lavoro degli
uffici in questo senso, secondo Betti Taglioretti non risulta chiaro da
chi verranno proposti e in quali modalità. «I Parchi di Nervi –
sottolinea a gran voce l’ambientalista – hanno una caratteristica
botanica molto accentuata. Il turismo del Verde in Europa ha dei numeri altissimi ma non siamo ancora riusciti a intercettarlo:
è assolutamente necessario creare una rete turistica dei
Parchi perché Genova non è solo l’Acquario e il Porto
Antico. Consideriamo l’uscita del Regolamento un successo ma
quello che si evince maggiormente è il forte interesse a voler
usare i Parchi come contenitori di eventi ed il rischio è che un bene
così prezioso diventi più una messa a reddito che un’occasione per
attirare un certo tipo di turismo sostenibile».
L’auspicio, dunque, è che il
nuovo provvedimento sia un punto di partenza e che la Consulta del Verde
venga presto interpellata nella stesura dei Regolamenti specifici. «Il regolamento - ribadisce Taglioretti – sembra più che altro indirizzato alla promozione della Cultura e questo ovviamente
è un bene ma non dobbiamo dimenticarci che la natura dei Parchi è
fisiologicamente un’altra e dobbiamo tenere conto che inevitabilmente
l’organizzazione di eventi porterà ad uno sfruttamento intensivo del manto erboso sia per l’affluenza che per le strutture allestite. È importante capire chi si assumerà gli oneri del ripristino. La speranza è che a farne le spese non siano i cittadini perché in questi anni sono già stati spesi 18 milioni di euro per la manutenzione e la riqualificazione (4 milioni solo per i Parchi di Nervi)».
Questo un altro aspetto che non convince la vicepresidente che si sofferma sul tema delle deroghe previste praticamente per ogni normativa: «È una questione di scelte, se ad esempio si decide che nel rispetto della pedonalità l’accesso alle vetture è interdetto, non possiamo permetterci di concedere tutte queste deroghe che di fatto invalidano la norma. Sarebbe preferibile decidere degli orari di accesso prestabiliti per gli addetti ai lavori e rispettarli».
Questo un altro aspetto che non convince la vicepresidente che si sofferma sul tema delle deroghe previste praticamente per ogni normativa: «È una questione di scelte, se ad esempio si decide che nel rispetto della pedonalità l’accesso alle vetture è interdetto, non possiamo permetterci di concedere tutte queste deroghe che di fatto invalidano la norma. Sarebbe preferibile decidere degli orari di accesso prestabiliti per gli addetti ai lavori e rispettarli».
La speranza è che questo Regolamento
porti una maggiore consapevolezza e sia da stimolo per un ulteriore
dialogo partecipato. Il punto d’arrivo deve essere la stesura dei
regolamenti specifici in un’ottica di migliore comprensione del testo
principale e di una maggiore ridefinizione delle regole volte
alla valorizzazione del territorio e alla promozione turistica del Verde
cittadino oltre che al mantenimento e alla tutela dell’esistente.
di Giulia Manno
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