venerdì 15 aprile 2016

Aumentano i morti sul lavoro in Liguria, 24 “morti bianche” nel 2015: +4,35%

 

Dall’Inail spiegano che l'aumento degli infortuni sul lavoro «preoccupa», anche se i dati, tengono a precisare, «sono in fase di assestamento». Comunque, evidenziano, in generale gli infortuni continuano a "diminuire". Purtroppo, non è così, visto che su questa "diminuzione" ha influito il calo di ore lavorate a causa della crisi economica e che i casi mortali, le «morti bianche» erano, già nel 2015, circa 100 in più rispetto allo stesso periodo del 2014. Di cui 24 sono gli infortuni mortali sul lavoro denunciati nel 2015 in Liguria, di cui 19 nel luogo dell’attività professionale e 4 in itinere: il totale è in aumento del 4,35% rispetto ai 22 decessi del 2014, ma l’incremento potrebbe essere più marcato perché i dati 2015 non sono ancora definitivi.In ogni caso i politici, i governanti dovrebbero non soltanto pensare ma attuare delle strategie di prevenzione degli infortuni sul lavoro e, particolarmente, di quelli mortali. E, in un'ottica di prevenzione si dovrebbero capire che un'azienda italiana per competere, secondo i dettami della globalizzazione, con delle aziende straniere finisce per risparmiare sui salari e sulla sicurezza per abbassare il costo finale del prodotto. Se non si tiene conto di questo, se non si esce dal meccanismo della globalizzazione non potrà esserci nessuna seria prevenzione degli infortuni. Semplicemente, perché se ci si limiterà ad imporre ad un'azienda italiana sempre costretta a competere sul mercato globale delle regole più stringenti sulla sicurezza, l'azienda chiuderà e si trasferirà. Si deve, perciò, rigettare le logiche della globalizzazione, difendere le nostre aziende, impedire le delocalizzazioni e tutelare maggiormente i lavoratori dagli infortuni sul lavoro. Facendo sì che gli imprenditori non debbano scegliere tra il  far rischiare la vita ai propri dipendenti o chiudere e gli operai tra il lavorare in condizioni a rischio o l'essere disoccupati. Scegliendo una Terza Via, quella del rifiuto della sfida drogata della globalizzazione 

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