Lo scarso controllo delle forze di polizia ha fatto sì che la
situazione montasse, montasse, fino a sfuggire di mano. Ormai,
purtroppo, siamo ben oltre il limite. I giovani e giovanissimi
frequentatori della vita notturna del centro storico si sentono
impuniti, come impunite sono le decine di spacciatori che si muovono
indisturbati. Nella Rive Gauche della movida si spaccia, si divide la
roba sotto gli occhi di tutti, si fuma in mezzo alla folla, si rapina,
si borseggia, ci si picchia, si piscia e si vomita ovunque e se i
cittadini si ribellano parte la reazione violenta. Ieri notte sassate in
Santa Maria di Castello. I clienti di un locale di via Giustiniani
hanno scalato un palazzo fino ad arrivare su un poggiolo. Mercoledì
scorso una donna che abita con la madre anziana e malata si è trovata un
manipolo di scalmanati dietro la porta di casa a chiedere di aprire
Troppo spesso gli abitanti e gli esercenti
regolari si sono sentiti rispondere al centralino del 113 <Non
abbiamo pattuglie>. Il controllo nella zona della movida è
inesistente. È come se ci fosse un preciso disegno (che, intendiamoci,
non c’è, ma se ci fosse sarebbe gravissimo) di confinare tutti i
problemi delle intemperanze giovanili in un solo posto e di lasciare che
quella sia zona franca dove gli abitanti dopo l’imbrunire sono
ostaggio. Anche perché qui decine di spacciatori agiscono indisturbate
insieme ai borseggiatori e ai rapinatori. Qui c’è chi si permette di
picchiare un ragazzo per rubare cellulare e portafoglio. Qui c’è chi
tira sassi alle case se un abitante si permette di affacciarsi per
protestare (è successo stanotte in Santa Maria di Castello). Anche tra
gli abitanti c’è chi, esasperato, butta dalla finestra acqua, uova,
bottiglie, mattoni persino lamiere. Qualche tempo fa, sulla gente
ammassata e rumorosa di salita Pollaiuoli è volato un cassetto. Prima o
poi rischia seriamente di farsi male qualcuno. Gli abitanti cercano di
difendersi come possono e anche loro esagerano. Lo sa bene Rosanna che
abita con la madre anziana e malata in via Giustiniani e mercoledì sera
s’è trovata davanti alla porta di casa un gruppo di ragazzi che
suonavano e volevano entrare. <Stavo cercando di dormire – racconta
-, quando ho sentito trascinare per terra qualcosa di metallico e molto
grosso. Mi sono alzata e mi sono affacciata alla finestra. In quel
momento, qualcuno del palazzo ha gettato acqua sui ragazzi che stavano
di sotto, davanti al bar>. Dopo è cominciato l’inferno. <Non so se
i ragazzi siano riusciti a sfondare il portone o se qualcuno gli abbia
aperto – dice Rosanna -. Fatto sta che in poco tempo erano davanti alla
porta del mio appartamento. Hanno suonato ripetutamente, dicendo di
essere carabinieri. Volevano entrare. Ho detto loro che non erano
carabinieri, perché quelli li avevo al telefono in quel momento, che ero
in linea con le forze dell’ordine>. Poco dopo i cc sono arrivati sul
serio: 4 pattuglie, perché quando si ha a che fare con centinaia di
ragazzi ubriachi anche le forze di polizia devono stare attente e
arrivare in forze.
Rosanna era stata individuata dai ragazzi come la persona che aveva gettato l’acqua. <Non è così – spiega -. Semplicemente mi ero affacciata a capire cosa stesse succedendo>. Poi continua: <Qui è diventato impossibile dormire. Ci sono persone anziane, malate o che devono andare a lavorare presto la mattina. Gettare acqua o, peggio, oggetti dalle finestre, però, non è una soluzione. Prima o poi può succedere qualcosa di grave> e a farne le spese sarebbe chi, esasperato dal rumore e dalle condizioni in cui si trova la zona almeno tre sere la settimana, per per un attimo il lume della ragione e getta di sotto qualcosa che può persino arrivare ad uccidere la persona su cui cade. Certo, tutto questa tensione non ci sarebbe se non si fosse arrivati a questi punti di invivibilità, se la gente non fosse all’esasperazione. Stamattina, sulla serranda dello stesso locale davanti al quale mercoledì sono stati presi a secchiate d’acqua i ragazzi che poi hanno tentato di entrare in casa di Rosanna, c’era questo cartello: <Quello che è successo ieri sera è molto grave – recita il messaggio -. Avete permesso ai vostri clienti di salire sul poggiolo di un condomino e questo non va bene. Se non siete in grado di gestire la situazione siete pregati di andarvene>. In realtà, la responsabilità del gestore del locale su quello che accade all’esterno è esclusa da varie sentenze. Tuttavia, per fatti gravi come questo (in due occasioni le persone che si fermano davanti al bar hanno reagito assaltando le case) potrebbe anche scattare l’articolo 100 del Tulps, testo unico di polizia, che dà al Questore la potestà non contrattabile a livello amministrativo di chiudere il locale per 30 giorni e, se i fatti continuano a verificarsi, anche definitivamente. Non esiste dunque una responsabilità civile o penale, ma l’articolo 100 del Tulps si applica a un raggio di 300 metri dal locale a insindacabile giudizio del Questore. Il problema è che quel bar, pur mantenendosi nella legalità, vende alcol a prezzo molto basso, il che attira centinaia di ragazzi che poi sostano ubriachi lì attorno e la gente dei palazzi è esasperata. Da anni vive in queste condizioni, tanto che ha dovuto modificare i portoni con una sorta di scivolo per impedire che i ragazzi bivaccassero sugli scalini e di dover discutere ogni volta, rientrando a casa perché i ragazzi ubriachi non lasciavano passare. Purtroppo, il cambio di gestione del locale non ha cambiato le cose e le proteste alle forze dell’ordine continuano a piovere puntualmente.
Rosanna era stata individuata dai ragazzi come la persona che aveva gettato l’acqua. <Non è così – spiega -. Semplicemente mi ero affacciata a capire cosa stesse succedendo>. Poi continua: <Qui è diventato impossibile dormire. Ci sono persone anziane, malate o che devono andare a lavorare presto la mattina. Gettare acqua o, peggio, oggetti dalle finestre, però, non è una soluzione. Prima o poi può succedere qualcosa di grave> e a farne le spese sarebbe chi, esasperato dal rumore e dalle condizioni in cui si trova la zona almeno tre sere la settimana, per per un attimo il lume della ragione e getta di sotto qualcosa che può persino arrivare ad uccidere la persona su cui cade. Certo, tutto questa tensione non ci sarebbe se non si fosse arrivati a questi punti di invivibilità, se la gente non fosse all’esasperazione. Stamattina, sulla serranda dello stesso locale davanti al quale mercoledì sono stati presi a secchiate d’acqua i ragazzi che poi hanno tentato di entrare in casa di Rosanna, c’era questo cartello: <Quello che è successo ieri sera è molto grave – recita il messaggio -. Avete permesso ai vostri clienti di salire sul poggiolo di un condomino e questo non va bene. Se non siete in grado di gestire la situazione siete pregati di andarvene>. In realtà, la responsabilità del gestore del locale su quello che accade all’esterno è esclusa da varie sentenze. Tuttavia, per fatti gravi come questo (in due occasioni le persone che si fermano davanti al bar hanno reagito assaltando le case) potrebbe anche scattare l’articolo 100 del Tulps, testo unico di polizia, che dà al Questore la potestà non contrattabile a livello amministrativo di chiudere il locale per 30 giorni e, se i fatti continuano a verificarsi, anche definitivamente. Non esiste dunque una responsabilità civile o penale, ma l’articolo 100 del Tulps si applica a un raggio di 300 metri dal locale a insindacabile giudizio del Questore. Il problema è che quel bar, pur mantenendosi nella legalità, vende alcol a prezzo molto basso, il che attira centinaia di ragazzi che poi sostano ubriachi lì attorno e la gente dei palazzi è esasperata. Da anni vive in queste condizioni, tanto che ha dovuto modificare i portoni con una sorta di scivolo per impedire che i ragazzi bivaccassero sugli scalini e di dover discutere ogni volta, rientrando a casa perché i ragazzi ubriachi non lasciavano passare. Purtroppo, il cambio di gestione del locale non ha cambiato le cose e le proteste alle forze dell’ordine continuano a piovere puntualmente.
Stanotte nell’area della movida è stata una
guerra. Una guerra fatta di grida, urla, insulti, maleducazione, degrado
e di secchiate di acqua gelata sopra i bollenti spiriti del mare in
eterno movimento. La tensione è sempre più concreta. Gli abitanti di via
San Donato, ad esempio, sono terrorizzati. Più di una volta si sono
trovati i ragazzi a vomitare o pisciare nei portoni oppure a bussare
alla porta di casa dopo qualche gavettone. È lì che ieri sera abbiamo
assistito a una rissa tra spacciatori.
Sono quelli in secondo piano, all’altezza
della seconda colonna. Li abbiamo visti picchiarsi, poi qualcuno li ha
divisi. Sullo sfondo, la marea umana che occupa piazza Ferretto e poi si
ramifica nel secondo tratto di San Donato (la via è curiosamente fatta a
L) e in via Giustiniani. Se è vero che è questo l’epicentro dei
problemi (non a caso è il posto dove si concentrano chupiterie, market e
artigiani alimentari gestiti da stranieri), è anche vero che ci sono
aree “periferiche” che fanno meno parlare di sè perché sono meno
frequentate, ma sono comunque invivibili e molto più pericolose per
passanti e abitanti proprio perché meno sotto gli occhi di tutti. C’è
vico Amandola che si dirama alla base di Stradone Sant’Agostino (dove
qualche mese fa una donna si vide piovere in casa dei sassi), c’è Santa
Maria in passione dove i ragazzi si siedono sulle scale dell’antica
chiesa bombardata a fare chiasso. <L’altro giorno – racconta
un’abitanye – un residente esasperato ha rovesciato una bottiglia d’olio
sugli scalini, nella speranza di poter dormire almeno una notte>.
Certo gli animi sono bollenti, la gente è stanca e la bella stagione non è
ancora cominciata.
Tutti, abitanti e commercianti regolari, sono
concordi nel dire che i provvedimenti amministrativi non daranno frutto senza l’impegno deciso e
prolungato delle forze di polizia. Prima che sia troppo tardi.
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