Forte Sperone diventerà un hotel a cinque stelle extra lusso con piscina e moschea per gli ospiti e per i musulmani genovesi. Da Riyad un’offerta che non si può rifiutare: 2 miliardi di euro. Prevista anche la realizzazione di una funicolare che collegherà il porto e l’albergo che potrà essere usata anche dai genovesi. Sarà anche permesso l’atterraggio di elicoteri privati in partenza da “Cristoforo Colombo” sulla pista attualmente utilizzata in emergenza per le operazioni di spegnimento degli incendi. Stasera il presidio di protesta del comitato “No hotel No moschea”.
Dalla capitale dell’Arabia Saudita è arrivata un’offerta che, in tempi di vacche magre come questi, non si può proprio rifiutare: 2 miliardi di euro per acquistare Forte Sperone dal Comune e trasformarlo in un hotel molto esclusivo destinato ai viaggiatori più ricchi del mondo. Nel 1530 il Senato della Repubblica di Genova, stanziò la somma di 7.400 lire per la ricostruzione della fortezza ghibellina di cui si ha notizia dal 1319. L’intero edificio, oggi in condizioni di forte degrado, sarà recuperato e tornerà a vivere grazie, pare, a un membro della famiglia del re saudita Salmān bin ʿAbd al-ʿAzīz Āl Saʿūd, il petroliere stramiliardario Sammak al-ʿAbrīl, che da tempo annovera tra le aziende di cui è proprietario una società che realizza e gestisce alberghi di gran lusso come quello che vedete nella foto sotto e che si trova proprio a Riyad.
Il progetto prevede la realizzazione al primo livello, quello in cui si apre l’ingresso principale, di una piscina coperta, una palestra, un lounge bar alcol free e un ristorante che servirà cibi rigorosamente halāl, cioè preparato secondo i dettami della religione islamica. Accessibile anche dall’esterno sarà un punto vendita di alta qualità di cibi preparati secondo la tradizione, tra cui la carne macellata econdo le linee guida tradizionali indicate nella Sunna e certificate da autorità religiose, insomma, una sorta di “Eataly” in formato arabo. Sempre sull’esterno si aprirà un ristorante accessibile anche a chi non pernotta nell’hotel, a patto che si adegui agli usi dell’Arabia Saudita. Le donne, ad esempio, non potranno entrare con minigonne e scolli vertiginosi e dovranno indossare un velo, una sciarpa o un foulard sopra il capo per non offendere i presenti e il personale. Sempre al primo piano sarà realizzato l’hammam.
Al secondo livello troveranno posto cinque suite e dieci junior suite mentre al terzo sarà allestita una moschea al quale, attraverso un ingresso diverso da quello dell’hotel potrà accedere per partecipare alle funzioni religiose qualsiasi fedele musulmano lo desideri. Data la particolare difficoltà ad accedere al luogo, l’imprenditore saudita si farebbe carico anche della costruzione e della gestione una funicolare che, partendo da una zona angiportuale, raggiungerebbe il forte conducendo sul Righi sia i fedeli per la preghiera, sia i genovesi che vorranno utilizzarla gratuitamente. L’accesso a questi ultimi sarà interdetto solo il venerdì, quando per ossequio alle tradizioni religiose l’impianto resterà chiuso tranne che per i musulmani diretti alla moschea. L’amministrazione comunale starebbe contrattando anche il rifacimento della strada che porta al Peralto come onere di urbanizzazione, ma gli esperti della società saudita inviati da Riyad per definire l’acquisto la riterrebbero comunque pericolosa perché, scorrendo in mezzo ai boschi, metterebbe i facoltosi clienti a rischio di imboscate o rapimenti. Gli ospiti più ricchi potranno accedere all’hotel atterrando nel piazzale già destinato a eventuali atterraggi d’emergenza e anche alla manovra dei mezzi anti incendio. Gli elicotteri potranno partire dall’Aeroporto Cristoforo Colombo o dagli aeroporti di città vicine.
Ovviamente, considerato il tipo di clientela che frequenterà l’hotel, è previsto un servizio di sicurezza privato con guardie armate.
Nella generosa offerta di acquisto è previsto anche un ampio appezzamento di terreno che sarà arredato con giochi d’acqua e dove troveranno posto campi da tennis e una piscina esterna. Previsto anche una vasca delle carpe sacei del tutto simile a quella della moschea Rizvaniye di Sanliurfa.
La cospicua somma che l’emiro è pronto a pagare sarà vincolata a finanziare il restauro degli altri forti alle spalle della città che quasi tutti versano in condizioni disperate. Per alcune delle fortificazioni si temono anche crolli e non si può attendere oltre per la ristrutturazione. L’offerta che giunge dall’Arabia saudita risolve un problema annoso e permetterà di recuperare un importante patrimonio storico e architettonico della città.
Stasera alle 18, davanti al portone
dell’antico forte, si terrà un presidio di protesta che punta a
contestare il progetto e a convincere l’amministrazione comunale a non
accettare l’offerta, <anche se questa – dice Claudio Didio, promotore
della manifestazione e presidente del comitato “No hotel No moschea”-
consentirebbe di racimolare una bella sommetta da impiegare restaurando
il resto delle fortificazioni. Noi siamo fortemente contrari: non si può
vendere il patrimonio storico della città a degli stranieri>.
<Siamo già un centinaio – conclude il
presidente del comitato – e siamo pronti alla mobilitazione continua.
L’amministrazione ha lasciato scivolare i forti nel degrado e ora vuole
usare la scusa della necessità di intervenire urgentemente sulle
strutture per aprire le porte della città agli infedeli e alla loro
moschea>.
di Monica Di Carlo
Nessun commento:
Posta un commento